Apple Maps vs Google Maps: inizia la guerra delle mappe
Durante la Worldwide Developers Conference di settimana scorsa, Apple ha annunciato che sostituirà le mappe di Google con le Apple Maps, un servizio sviluppato internamente. Un’annuncio che preannuncia che la guerra sulle tecnologie di mapping sta dunque per iniziare.
Apple si affaccia abbastanza tardi sul panorama delle mappe digitali. Sin dal lancio del primo iPhone nel 2007, Google Maps è stata la tecnologia utilizzata di default. Da allora Apple è stata molto attiva nell’acquisizione di startup nel campo delle tecnologie di mapping digitale come Placebase, Poly9 e C3 Technologies.
Era prevedibile che la battaglia sempre più feroce tra Apple e Google per il dominio del ecosistema mobile arrivasse prima o poi a questo punto di rottura. Le difficoltà per Apple stanno tutte nel recuperare il tempo perso durante questi anni: le tecnologie di mapping si basano su enormi set di data, rendering e informazioni ed eguagliare gli standard raggiunti da Google nel corso degli anni non sarà facile.
D’altro canto i benefici potrebbero essere molto allettanti: gli utenti iPhone spendono in media, il 35% di tempo in più sulle mappe rispetto agli utenti Android. La funzione di mappe è la seconda app più popolare su iPhone dopo iTunes. Se a questo aggiungiamo le previsioni di crescita del mercato local mobile e la natura local delle query da mobile ecco che il gioco vale assolutamente la candela.
Tirar fuori un modello di business per cui i proprietari di attività commerciali vorranno essere presenti nei listing è la vera sfida da vincere. Non sarà facile per Apple “sporcarsi le mani” con il business delle inserzioni local: i proprietari vorranno reclamare, correggere e migliorare i profili delle attività che gestiscono. Google stesso, nonostante i suoi 8 anni di impegno e risorse nel settore è lungi dall’aver trovato una strategia efficace ed efficIente per gestire gli inserzionisti.
Cosa significa per Google l’ingresso di Apple nel business delle mappe?
Innanzitutto consideriamo l’aspetto prettamente economico: pare che Apple abbia pagato una cifra che va dai 500 milioni al miliardo di dollari all’anno per integrare la tecnologia di mapping di Google.
Ancora più importante sarà la perdita in termini di dati: Google perderà dati sui percorsi e itinerari degli utenti di iPhone, le destinazioni e le abitudini shopping – informazioni utili per una azienda che vende annunci online. Verranno dunque a mancare tutta una serie di info su una fetta consistente di utenti mobile e sull’utilizzo dei toool di ricerca local andando a incidere sui risultati della ricerca e sui link (sponsorizzati e non) visualizzati.
Da ultimo, non sarà da sottovalutare l’importanza di Siri. La gente potrebbe passare dal dire “cerco su Google” a “chiedo a Siri”. Riuscirà Apple a vincere la sfida delle mappe?
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